In un contesto come quello occidentale
si ha l'abitudine di educare le nuove generazioni attraverso la
conoscenza stampata, ovvero anteponendo lo scritto al vissuto del
corpo. Bene, lo yoga fa esattamente la cosa opposta. In tanti si
avvicinano a questa disciplina e per tutti i motivi sono più o meno
gli stessi: routine che genera stress, desiderio di recuperare
l'agilità, voglia di evasione dalla frenesia della vita moderna. In
pochi veramente sanno che in realtà lo yoga nasce come
rigida
disciplina riservata agli uomini e tramandata da maestro ad allievo
con cura e segretezza. Lo strumento si è poi evoluto e proprio come
un puzzle le persone che hanno praticato nel corso dei secoli hanno
arricchito e plasmato questo strumento per portarlo fino ai nostri
giorni.
Ma detto in parole povere: cos'è lo
yoga?
Lo yoga è innanzitutto pratica. E'
molto difficile far capire che in certe circostanze una posizione
vale più di mille parole, e cosa ancor più ostica è sperimentare
come quella stessa posizione si evolva nel tempo e come possa ancora
farci capire come stiamo in quel preciso momento. Per questo non è
necessario studiare, quanto piuttosto affidarsi ad un bravo maestro.
Yoga deriva dal termine sanscrito jug, che può significare unione –
unione del corpo con la mente – ma anche aggiogare, cioè eliminare
il pensiero discorsivo, quel vocìo mentale che avvelena la nostra
testa costringendola a continui ed estenuanti loop. In questo senso
quindi possiamo affermare, in maniera spicciola, che l'attenzione del
corpo attraverso le posizioni – asana – determina
un'acquietamento della mente, scopo primario dello yoga.
Il cervello è un vero e proprio
muscolo: se viene nutrito con pensieri infruttuosi diamo lui
nutrimento. Yoga è l'eliminazione del superfluo per arrivare al
samadhi, ovvero l'illuminazione. Ovviamente nessuno di noi ambisce a
raggiungere un tale traguardo, soprattutto perchè, e qui mi
ricollego alla prefazione fatta, l'uomo occidentale ha ostacoli
culturali tali da rendere estremamente difficili mete così
ambiziose. Quindi possiamo considerare lo yoga come una scala mobile
infinita che non saremo mai in grado di terminare? Ancora una volta
occorre comprendere come non è importante il traguardo da
raggiungere, quanto la strada che intraprendiamo, momento per
momento. Lo yoga è in realtà un termine molto generico che
racchiude in se molte discipline: ci sono dei paletti però che
possiamo fissare e che sono comuni a tutti, anche se presenti in
percentuali diverse. Le posizioni sono sicuramente l'aspetto più
manifesto. Accanto ad essi però ci sono le tecniche respiratorie, di
pulizia e di concentrazione che rendono lo yoga diverso da un banale
esercizio di stretching. Tutte le discipline che vengono insegnate in
occidente possono essere considerate come i raggi di una bicicletta:
partono tutti da punti diversi della ruota, ma il loro arrivo
corrisponde sempre ad un unico centro, il fulcro.
In ultima analisi, parlando di pratica,
il consiglio è sempre quello di affacciarsi allo yoga rivolgendosi
ad un centro riconosciuto: tutorial o blog in rete sono molto utili
in diversi campi, ma lo yoga è un potente strumento di cura del
corpo che necessita di controllo da parte di occhi esperti.
Oltretutto, soprattutto all'inizio, la disciplina viene appresa per
imitazione e successiva correzione, cosa impossibile da fare se si è
soli. In questo senso non ho problemi a dire che l'80% dello yoga,
almeno all'inizio del percorso di pratica, lo fa l'istruttore. Non
abbiate quindi timore di chiedere e provare fino a quando non
troverete quello più affine a voi.
Buona pratica, Namastè!
A cura di Davide Tiriduzzi
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